Il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) è uno strumento fondamentale per garantire la sicurezza sul lavoro all'interno di qualsiasi ambiente lavorativo, inclusi i contesti sanitari come le farmacie. Il DVR rappresenta l'obbligo legale del datore di lavoro di identificare i rischi lavorativi specifici e adottare le misure necessarie per minimizzarli o eliminarli. Nel caso delle farmacie, la valutazione dei rischi si concentra su una serie di pericoli specifici legati alla manipolazione di sostanze chimiche, al contatto con i pazienti, e all'uso di strumenti tecnici, tra gli altri. Questo articolo esamina i principali rischi lavorativi specifici per i farmacisti, le normative che regolano la sicurezza in farmacia, e i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) obbligatori. Farmacisti: principali rischi lavorativi specifici Esposizione a sostanze chimiche Uno dei rischi principali per i farmacisti è l'esposizione a sostanze chimiche pericolose. Nelle farmacie si maneggiano quotidianamente farmaci che possono contenere principi attivi con effetti tossici, allergizzanti o irritanti. Questo tipo di esposizione può avvenire attraverso il contatto diretto con la pelle, l'inalazione di polveri o vapori, o l'ingestione accidentale. La manipolazione di farmaci chemioterapici, antiblastici e altri composti ad alta tossicità richiede una particolare attenzione. Questi farmaci possono causare danni significativi se non vengono gestiti con le giuste precauzioni. Ad esempio, il contatto con la pelle di farmaci antiblastici può portare a reazioni cutanee gravi, mentre l'inalazione di polveri o vapori di tali farmaci può causare danni respiratori. Rischio biologico Il rischio biologico nelle farmacie è legato principalmente al contatto con i pazienti e alla possibilità di manipolare farmaci o materiali contaminati. I farmacisti possono essere esposti a virus, batteri o altri agenti patogeni durante la somministrazione di vaccini, la preparazione di farmaci sterili o la gestione di rifiuti sanitari. Inoltre, il contatto con ricette mediche, banconote e monete rappresenta un potenziale vettore di agenti infettivi. Rischio ergonomico Il rischio ergonomico è spesso sottovalutato, ma è molto presente nell'attività quotidiana del farmacista. Le lunghe ore in piedi, i movimenti ripetitivi, e il sollevamento di carichi (come scatole di farmaci) possono causare problemi muscoloscheletrici, in particolare alla schiena, al collo e agli arti superiori. La postazione di lavoro, se non adeguatamente progettata, può contribuire all'insorgenza di disturbi muscoloscheletrici cronici. Rischio da stress lavoro-correlato Lo stress lavoro-correlato è un altro rischio significativo per i farmacisti. La pressione derivante dal dover rispondere rapidamente alle richieste dei clienti, dalla gestione delle emergenze e dalla responsabilità legata alla somministrazione corretta dei farmaci può portare a un aumento dello stress. Lo stress prolungato può avere conseguenze negative sulla salute mentale e fisica del lavoratore, riducendo la capacità di concentrazione e aumentando il rischio di errori. Rischio da radiazioni In alcune farmacie, nello specifico quelle che offrono servizi di diagnostica come la radiografia, i farmacisti possono essere esposti a radiazioni ionizzanti. Anche se le dosi sono generalmente basse, l'esposizione prolungata o ripetuta può rappresentare un rischio per la salute, aumentando il rischio di malattie come il cancro. Normative sulla sicurezza nelle farmacie In Italia, la sicurezza sul lavoro è regolata principalmente dal Decreto Legislativo 81/2008, noto anche come "Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro". Questo decreto stabilisce gli obblighi del datore di lavoro in materia di valutazione dei rischi, formazione dei lavoratori, e adozione di misure preventive e protettive. Obbligo di redazione del DVR Il DVR è obbligatorio per tutte le aziende, incluse le farmacie. Il documento deve essere redatto dal datore di lavoro, eventualmente con l'aiuto del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) e del Medico Competente. Il DVR deve contenere: L'identificazione dei rischi presenti in farmacia Le misure di prevenzione e protezione adottate I programmi di miglioramento della sicurezza I criteri utilizzati per la valutazione dei rischi Formazione e informazione Il datore di lavoro ha l'obbligo di fornire ai propri dipendenti un'adeguata formazione e informazione sui rischi specifici e sulle misure di sicurezza da adottare. Questa formazione deve essere aggiornata periodicamente e deve coprire tutti gli aspetti della sicurezza sul lavoro, inclusi i rischi chimici, biologici, ergonomici, e da stress lavoro-correlato. Sorveglianza sanitaria Per i lavoratori esposti a rischi specifici, come il rischio chimico o biologico, è prevista la sorveglianza sanitaria. Il Medico Competente valuta periodicamente la salute dei lavoratori e monitora eventuali effetti negativi legati all'esposizione ai rischi. DPI obbligatori in farmacia L'uso dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) è essenziale per garantire la sicurezza dei farmacisti. I DPI devono essere scelti in base ai rischi specifici identificati nel DVR e devono essere conformi alle normative vigenti. Guanti I guanti sono indispensabili per proteggere le mani dai rischi chimici e biologici. Devono essere resistenti alle sostanze manipolate e garantire una buona sensibilità tattile per permettere un corretto svolgimento delle operazioni farmaceutiche. Mascherine Le mascherine sono necessarie per proteggere le vie respiratorie dall'inalazione di polveri, vapori chimici o agenti patogeni. In alcune situazioni, come la manipolazione di farmaci pericolosi o la somministrazione di vaccini, è obbligatorio l'uso di mascherine FFP2 o FFP3, che offrono un alto livello di protezione. Occhiali protettivi e visiere Gli occhiali protettivi o le visiere sono essenziali quando si manipolano sostanze chimiche che possono provocare schizzi o aerosol pericolosi. Questi dispositivi proteggono gli occhi e il viso da possibili lesioni. Camici e abbigliamento protettivo Il camice è un DPI fondamentale per proteggere il corpo dall'esposizione a sostanze chimiche e biologiche. Deve essere realizzato in materiale resistente e, in alcuni casi, può essere richiesto l'uso di abbigliamento monouso. La sicurezza sul lavoro in farmacia è una questione complessa che richiede un'attenta valutazione dei rischi e l'adozione di misure preventive adeguate. Il DVR rappresenta lo strumento chiave per garantire che tutti i rischi specifici siano identificati e gestiti correttamente. L'uso dei DPI, la formazione continua e la sorveglianza sanitaria sono fondamentali per proteggere la salute e la sicurezza dei farmacisti, riducendo al minimo i pericoli legati alla loro attività quotidiana. La conformità alle normative vigenti non solo tutela i lavoratori, ma contribuisce anche a creare un ambiente di lavoro più sicuro ed efficiente.
Valutazione rischio esplosione: classificazione, dpi, cartellonistica
Il rischio esplosione viene generalmente associato ad un potenziale danno di magnitudo elevata. Solitamente le esplosioni danneggiano le strutture e causano gravi infortuni ai lavoratori, che possono anche essere letali. Con un’analisi accurata si possono prevedere i rischi esplosione e garantire le prescrizioni minime per migliorare la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, come indica la Direttiva Europea 1999/92/CE del 16 dicembre 1999. Vediamo di seguito in cosa consiste la valutazione rischio esplosione e a chi spetta farla. Quando l’atmosfera viene definita esplosiva Viene definita atmosfera esplosiva una miscela di aria e di sostanze infiammabili che possono essere vapori, gas, polveri o nebbie in cui, dopo l’accensione, a certe condizioni atmosferiche, la combustione si propaga alla miscela incombusta. Sono potenzialmente soggette al rischio di esplosione le seguenti attività: Industrie di legname, falegnamerie che si occupano della lavorazione del legno Industrie alimentari – lavorazione di cereali, farine, zucchero, che utilizzano polveri di cacao, caffè, lattosio Industrie chimiche e petrolifere Industrie metallurgiche Industrie farmaceutiche Impianti di compressione o decompressione di gas combustibili Produzione e stoccaggio di smalti, coloranti e vernici Stoccaggi di carburante gassoso, liquido, solido, depositi di gas naturale o di GPL Distillerie, produzione di alcolici Produzione di profumi Carrozzerie Valutazione rischio di esplosione La valutazione del rischio esplosione è indispensabile per gestire il pericolo di esplosione e consiste nell’effettuare un’attenta analisi del rischio, che consente di adottare le misure di sicurezza adeguate. Per eseguire correttamente la valutazione rischio esplosione atex le fasi da seguire sono le seguenti: Individuazione dei pericoli Classificazione in zone (dette zone ATEX) Identificazione fonti di innesco Gravità degli effetti prevedibili Misure di sicurezza che riguardano la prevenzione, la tutela e le misure di gestione e organizzazione. Valutazione rischio e programma delle misure di sicurezza Negli ingressi delle aree di lavoro in cui sono presenti atmosfere che possono essere esplosive viene apposta una apposita segnaletica. Obblighi del datore di lavoro Il datore di lavoro deve obbligatoriamente adottare le misure per scongiurare il rischio esplosione. Per questo motivo deve redigere un documento valutazione rischio esplosione, allo scopo di prevenire ed evitare eventuali esplosioni, come stabilito dalla normativa ATEX e come previsto dall’articolo 288 D.Lgs 81/08, modificato dal D.Lgs 106/09, come esposto dalla Direttiva Europea 92/CE. Dopo aver individuato e valutato i rischi di esplosione, il datore di lavoro deve indicare nel dvr esplosione anche la classificazione delle aree con rischio di esplosione, i dpi che i lavoratori devono utilizzare per proteggersi e la segnaletica da adottare. La segnaletica può essere di vario tipo, può consistere in segnali acustici, come allarmi, sirene, suoni specifici, oppure segnali luminosi come luci intermittenti o lampeggianti. Molto diffusa è anche la cartellonistica rischio esplosione, composta da simboli, colori opportuni, disegni e messaggi testuali. Rientrano nella segnaletica di tipo cartellonistico i segnali di avvertimento, di prescrizione, di salvataggio o di soccorso, per le attrezzature antincendio, di informazione e di ostacolo. Classificazione rischio esplosione Le zone ATEX vengono classificate soprattutto a seconda della presenza di polveri combustibili e gas. Ecco la classificazione rischio esplosione che il datore di lavoro deve indicare nel dvr: zona 0 – l’atmosfera esplosiva è presente di continuo o per periodi prolungati zona 1 – è possibile che si formi atmosfera esplosiva nel corso delle normali attività zona 2 – è improbabile che si formi atmosfera esplosiva nel corso delle normali attività Riguardo le aree con rischio di esplosione perché sono presenti polveri combustibili, come per esempio, cereali, polveri di grano, latte in polvere, zucchero, ecc., vengono classificate come segue: zona 20 – è presente atmosfera esplosiva in forma di nube di polvere combustibile nell’aria, in modo costante, frequente o per periodi prolungati zona 21 – in questa area si forma un’atmosfera esplosiva in modo occasionale sotto forma di nube di polvere combustibile nell’aria zona 22 – è improbabile la formazione di un’atmosfera esplosiva composta da nube di polvere combustibile E’ importante ricordare che gli impianti delle aree 0-20 e 1-21 sono soggetti a verifiche con cadenza biennale. Quali dpi sono previsti per il rischio esplosione Nel documento valutazione rischio esplosione vengono indicati i dpi necessari sia per l’attività svolta che per il punto dove è collocato il lavoratore. Quindi, nel dvr viene indicato in modo esplicito l’attribuzione corretta dei dpi e il loro utilizzo appropriato. I dpi principali da adottare devono avere caratteristiche che siano in grado di proteggere una o più parti del corpo sia dai rischi residui che da fonti di rischio ulteriori che possono rappresentare. Sono previsti dispositivi di protezione della testa, dispositivi di protezione dell’udito, dispositivi di protezione contro il rumore con strumenti di intercomunicazione, dispositivi di protezione degli occhi e del viso, delle mani e delle braccia, delle vie respiratorie, ma anche calzature idonee per proteggere i lavoratori.
Valutazione rischio fulminazione e normativa
La valutazione rischio fulminazione è fra gli obblighi previsti dal Testo Unico per il datore di lavoro per proteggere dalle scariche atmosferiche. Per la precisione, l'articolo 80 del D.Lgs. 81/08 prevede che il datore di lavoro deve prendere le misure necessarie per salvaguardare i lavoratori dai rischi di fulminazione diretta e indiretta. E’ quindi obbligato ad effettuare una valutazione dei rischi, in base alla quale deve adottare le misure di protezione necessarie. Invece, l’art. 84 prevede che il datore di lavoro applichi le giuste misure per proteggere edifici, impianti, strutture e strumenti dai fulmini. Ecco quali sono le misure necessarie e cosa dice la normativa. Valutazione rischio fulminazione normativa La nuova normativa CEI EN 62305-2 (CEI 81-10/2), in vigore da marzo 2013, stabilisce le modalità per eseguire la valutazione del rischio di fulminazione. La norma consente di effettuare una valutazione, dalla quale si possono individuare, se necessario, le misure di protezione che consentono di diminuire il rischio a valori non superiori a quello che la stessa norma considera tollerabile. Per prima cosa occorre tenere in conto che quando un fulmine colpisce una struttura può causare danni sia alla struttura stessa che ai suoi occupanti o a ciò che contiene. Di conseguenza, i dati di cui è necessario disporre nella valutazione del rischio di fulminazione sono: caratteristiche ambientali e densità dei fulmini nella zona in cui si trovano la struttura e le linee entranti caratteristiche della struttura, degli impianti, delle linee entranti e delle apparecchiature stima dei danni sia economici che sociali, impatto ambientale e costo delle riparazioni. Solitamente la protezione dai fulmini avviene mediante un adeguato sistema di protezione interno ed esterno (LPS) e delle misure opportune contro le scariche elettriche. Come redigere dvr fulminazione La Valutazione del rischio fulminazione è necessaria per garantire ai lavoratori una protezione dalle scariche atmosferiche. Infatti, il rischio fulminazione è un pericolo frequente in molte attività lavorative, per cui è fondamentale eseguire una valutazione corretta, tenendo conto della normativa più recente, per non incorrere in sanzioni penali. Per redigere il dvr fulminazione bisogna seguire i seguenti passaggi: Effettuare la valutazione del rischio Eseguire il confronto con il rischio tollerabile (RT) Adottare, se necessario, un’opportuna protezione dai fulmini (LP) La procedura di calcolo per la valutazione del rischio fulminazione è applicabile a qualunque struttura come edifici, tralicci, ponteggi, torri, ponti, gru. In un cantiere, per esempio, indispensabile è il calcolo fulminazione gru, così come il calcolo fulminazione ponteggi, entrambi fondamentali per consentire ai lavoratori di svolgere le varie attività in totale sicurezza. Le diverse classificazioni degli eventi legati alla fulminazione La norma CEI EN 62305-2 stabilisce classificazioni diverse degli eventi legati al fenomeno della fulminazione e degli effetti possibili dei fulmini. Innanzi tutto, occorre individuare le cause del danno e poi considerare le tipologie perdita. Ecco di seguito come vengono classificati i vari fattori. Le cause di danno vengono classificate con la lettera S e si distinguono in: S1 – fulmine sulla struttura S2 – fulmine in prossimità della struttura S3 – fulmine sulle linee entranti S4 – fulmine in prossimità delle linee entranti I tipi di danno vengono classificati con la lettera D e si distinguono in: D1 – danno ad esseri viventi per elettrocuzione D2 – fuoco, esplosioni, effetti chimici, distruzioni meccaniche e altri danni materiali D3 – fallimento/malfunzionamento di sistemi elettronici a causa di sovratensioni I tipi di perdita vengono classificati con la lettera L e si distinguono in: L1 – perdita di vite umane (compresi i danni permanenti) L2 – perdita di servizi pubblici L3 – perdita di patrimonio culturale insostituibile L4 – perdita di valore economico (della struttura, del suo contenuto e/o dell'attività).
Riparazione auto elettriche e ibride: rischi, dpi e corsi
La riparazione di auto elettriche e ibride presenta alcune peculiarità, che le normali operazioni di un meccanico di auto a motore termico non possono coprire adeguatamente. Pertanto quando si sente parlare di questa, che sta diventando una vera e propria figura professionale nuova, ci sono alcune domande che possono sorgere spontanee e le cose da sapere sono molte. Proviamo a fare il punto della situazione per quello che concerne la riparazione di auto elettriche, andando a vedere quali sono le differenze con i normali lavori su di un'auto tradizionale, e scoprendo anche se esiste un corso riparazione auto elettriche che si può frequentare per specializzarsi in questo settore in crescita. Auto elettriche rischi nella riparazione La cosa che ovviamente è di primo impatto è la differenza di alimentazione, che porta il professionista adibito alla sistemazione di auto elettriche ad avere la necessità di una preparazione specifica. Le auto elettriche per essere mosse hanno, infatti, necessità di una grande quantità di energia, che viene immagazzinata all'interno di batterie o condensatori ad alta tensione: questo significa che quando un tecnico opera nella riparazione di un'auto elettrica è esposto ad una tensione elettrica nettamente maggiore di quello che accade con un tradizionale veicolo termico. Pertanto alla luce di queste considerazioni si rendono necessari un'analisi accurata dei rischi e anche una precisa individuazione di quelli che sono i dispositivi di sicurezza obbligatori, per evitare tragici incidenti nel corso della riparazione di questa tipologia di macchine. I rischi nella riparazione di auto elettriche Vediamo brevemente quali sono i rischi concreti per chi svolge le riparazioni di auto elettriche. Abbiamo detto della tensione elettrica che viene accumulata all'interno delle batterie e dei condensatori, quindi è ovvio che il primo rischio presente sia quello della folgorazione. Ma legata a questa eventualità non va sottovalutata nemmeno la possibile creazione di incendi, che si possono verificare operando con sistemi ad alta tensione. In generale è possibile conoscere uno spaccato dei rischi connesse a questi interventi in un qualsiasi corso manutenzione auto elettriche, che in maniera ordinata spesso elenca tutte le possibili fonti di pericolo per chi opera in questo settore. L'elenco è nutrito e troviamo quindi: messa in pericolo di persone e cose; pericoli legati alla tensione di natura elettrica (scosse elettriche, archi elettrici); pericoli legati alla natura termica della tensione verso le persone (ustioni); pericoli rischio incendio auto elettriche; rischi fisici (raggi UV, rumore); infortuni secondari (ferite da taglio, cadute ecc.). Come abbiamo visto vi sono alcuni pericoli individuati, che sono abbastanza generici e che derivano dal lavoro stesso della manutenzione, come quelli di ferite a causa di utilizzo di attrezzi. Ma il filone principale è proprio quello della tensione elettrica elevata, che comporta una serie di attenzioni che influenzano anche tutte le indicazioni sui dispositivi di sicurezza obbligatori. Auto elettriche e sicurezza: il DPI per chi opera nel settore Molto importante è quindi il DPI per chi lavora nel settore riparazione auto elettriche, che prescrive quelli che sono i presidi di sicurezza basilari per svolgere questo lavoro. All'interno di questo documento sono elencati tutti i dispositivi obbligatori e nel dettaglio troviamo: Elmetto; Visiere; Calzature isolanti; Maniche isolanti; Guanti isolanti. Questi ultimi, sono fondamentali e rappresentano il dispositivo di sicurezza irrinunciabile. I guanti per auto elettriche possono, infatti, proteggere in maniera decisiva da quelli che sono i pericoli di auto elettriche rischio folgorazione per contatto con parti esposte ad alte tensioni elettriche. Sono prodotti in lattice per avere questi risultati e devono sempre essere controllati prima e dopo l'uso per verificare che non siano in qualche maniera rotti, cosa che ne comprometterebbe l'integrità e la loro funzione primaria. Oltre alle indicazioni sui guanti per auto ibride, nel documento vengono anche specificati alcuni comportamenti prescritti. Ad esempio viene stilata una sorta di procedura per l'esecuzione degli interventi che vede nello specifico: Il disinserimento della tensione dall'auto; La verifica della tensione con gli strumenti specifici; L'applicazione di cartelli sul veicolo e lo sbarramento della zona di lavoro, per impedire a chi non è provvisto di protezioni di avvicinarsi; L'avvertenza di non indossare orologi, gioielli o altri oggetti metallici. I corsi per chi opera su veicoli elettrici Abbiamo visto come ci siano delle spiccate peculiarità per chi opera in questo settore, pertanto viene naturale la necessità di una formazione obbligatoria, che possa preparare gli addetti nel migliore dei modi. Si applicano quindi gli stessi principi che sono vigenti per i lavori elettrici, cioè quelle professioni dove si è esposti a centinaia di volt. Il datore di lavoro ha quindi l'obbligo di assegnare delle qualifiche che vanno raggiunte tramite corsi, che hanno come scopo quello di informare su pericoli e sistemi di sicurezza. All'interno delle officine che trattano veicoli elettrici troviamo quindi: Il PEI: che può lavorare sotto tensione su sistemi di categoria 0 e 1; Il PES: persona che conosce le norme ma lavora fuori tensione, quindi ad esempio un direttore dei lavori; Il PAV: persona che conosce i pericoli derivanti da queste attività, ma che lavora fuori tensione e in prossimità, ma solo se coordinata da un PES.
Dvr ufficio: rischi lavorativi specifici
Il DVR ufficio è un Documento di Valutazione dei Rischi, che racchiude misure di prevenzione e rischi per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro, in questo caso l’ufficio. Tutte le aziende con almeno un dipendente sono obbligate e redigere questo documento, che ha come riferimento normativo il Testo unico sulla sicurezza sul lavoro D.Lgs. 81/2008, che prevede anche sanzioni pesanti per chi non rispetta questo obbligo. Ecco nel dettaglio quali sono i rischi presenti in ufficio. Che cos’è il DVR ufficio e chi lo redige Il documento valutazione rischi ufficio è un documento che individua gli eventuali rischi presenti in un ufficio e serve ad analizzare, valutare e prevenire le situazioni di pericolo per i dipendenti. Infatti, in seguito alla valutazione dei rischi, viene attuato un piano di prevenzione e protezione specifico, che si propone di eliminare, o comunque ridurre, le situazioni pericolose. Il responsabile del DVR è il Datore di Lavoro, che ha essenzialmente due obblighi: Redigere il DVR Nominare un RSPP Il Responsabile del servizio prevenzione e protezione o RSPP deve collaborare con il datore di lavoro in maniera tale da classificare l’entità dei potenziali rischi in ufficio e pianificare i sistemi di prevenzione e protezione per i lavoratori. Datore di lavoro e RSPP possono essere la stessa persona solo se si hanno i requisiti formativi necessari e solamente quando l’ufficio non conta oltre 200 dipendenti. Se, invece, l’ufficio conta un massimo di 5 dipendenti, il datore di lavoro può svolgere anche i ruoli di addetto al primo soccorso e addetto antincendio ed evacuazione. In caso contrario, questi compiti dovranno essere assegnati ai dipendenti. Coloro che riceveranno l’incarico dovranno ricevere adeguata formazione, che deve essere aggiornata periodicamente e deve essere totalmente a carico del datore di lavoro. Nel DVR lavori di ufficio non è obbligatoria la nomina del Medico Competente, visto che si tratta di un’attività generalmente a basso rischio. Tuttavia, la nomina di questa figura deve essere presa sempre dopo aver analizzato l’entità dei rischi sul lavoro in ufficio e prima della stesura del DVR. La figura del RLS (Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza) è, invece, essenziale per stimolare la partecipazione e sensibilizzare i dipendenti sulla prevenzione e sulla protezione al rischio. Il compito dell’RSL è quello di mettere in evidenza eventuali problemi che i colleghi riscontrano sulla sicurezza e va consultato prima di redigere il DVR ufficio. Quali sono i rischi lavorativi specifici da segnalare nel DVR ufficio I rischi lavorativi specifici da segnalare nel DVR ufficio sono i seguenti: Rischio biologico ufficio ll rischio biologico in ufficio individua come fonti di pericolo biologico il materiale documentale, impianti di climatizzazione, arredi, tendaggi, polvere. Le vie di esposizione a questi agenti biologici sono il contatto con superfici od oggetti contaminati o l'inalazione di bioaerosol. Vanno dunque controllati gli ambienti, le postazioni di lavoro, i servizi igienici per il personale e per il pubblico, gli archivi, ecc. Rischio chimico ufficio Il rischio chimico in ufficio riguarda l'emissione di ozono, che deriva dagli strumenti che usano sorgenti laser, come per esempio fotocopiatrici e stampanti. L'ozono è un gas molto irritante per le vie respiratorie e i soggetti asmatici sono molto sensibili ad esso. Il rischio chimico è originato anche da pile esauste, detersivi aggressivi e sostanze che irritano l’aria e di conseguenza le vie respiratorie. Rischio elettrico ufficio Il rischio elettrico in ufficio è connesso a contatti diretti e indiretti con le parti in tensione. Gli impianti e gli apparecchi elettrici devono essere in conformità con le norme tecniche vigenti e devono essere dotati di protezione come guaine in gomma, PVC, che rivestono i conduttori, interruttori differenziali che interrompono il circuito non appena avviene un contatto diretto, impianto di messa a terra. Rischio rumore ufficio Il rischio rumore in ufficio viene analizzato in base all'esposizione nel corso delle 8 ore lavorative. Per quanto riguarda gli uffici, come stabilito dalla normativa, non devono superare i 55 decibel. Inoltre, le zone come le sale riunioni, dedicate alla concentrazione, non devono superare i 35 decibel. Altri rischi che bisogna considerare nella stesura del DVR ufficio sono quelli legati all’attività. I rischi legati all’attività da ufficio possono portare a infortuni e malattie professionali causate da una areazione o illuminazione indoor non idonea, dalla caduta di materiale disposto in maniera disordinata o ancora dal malfunzionamento di ascensori o porte. Inoltre, un uso improprio di sedie e scaffali, urti contro attrezzi mal conservati, malessere termico e disturbi muscolo-scheletrici derivanti da posture scorrette sono altri rischi a cui possono essere soggetti i dipendenti di un ufficio. Fra i rischi da considerare vi sono anche il sovraccarico o sottocarico di lavoro, lo stress da lavoro correlato, il disagio causato dagli uffici open space, i rapporti interpersonali limitati dovuti al telelavoro, il mobbing e quelli a cui possono essere soggetti le lavoratrici in gravidanza o in maternità.
Dvr falegnameria: rischi lavorativi specifici
Il DVR falegnameria è un Documento di Valutazione dei Rischi obbligatorio previsto dal D.Lgs 81/08, la normativa in materia di Sicurezza sul Lavoro, anche per questo comparto e che tutte le aziende con almeno un dipendente sono tenute a redigere. Il DVR falegnameria artigianale è necessario, visto che si tratta di una delle attività lavorative in cui sono presenti diversi processi, che possono mettere a rischio la salute dei lavoratori. Vediamo nel dettaglio quali sono i rischi lavorativi specifici che il datore di lavoro deve indicare nel documento, e quali sono le misure di prevenzione che deve adottare. Cosa deve contenere il DVR falegnameria Nel DVR falegnameria il datore di lavoro deve indicare tutti i rischi a cui sono esposti i lavoratori sul luogo di lavoro. La valutazione dei rischi falegnameria deve essere svolta in collaborazione con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione o R.S.P.P. e un medico competente. Nella redazione del DVR viene coinvolto anche il Rappresentante dei Lavoratori (RLS), che viene consultato sul contenuto della valutazione dei rischi e deve riceverne una copia per presa visione. Il DVR deve contenere, oltre ai dati dell’azienda e alla relazione riguardanti i potenziali rischi per la sicurezza e la salute presenti sul luogo di lavoro, anche la descrizione delle misure di prevenzione e protezione volte a ridurre o eliminare i rischi accertati. Devono anche essere elencati le mansioni dei lavoratori e i relativi dpi da indossare, per proteggersi dai rischi che comportano, indispensabili per prevenire gli infortuni. Fra i dpi in falegnameria immancabili troviamo i guanti, per proteggere le mani dal taglio e dalle schegge, le mascherine FFP, utili per svolgere attività come il taglio e la levigatura, gli occhiali protettivi e le cuffie antirumore, da indossare quando si utilizzano strumenti molto rumorosi, come le seghe circolari. Quali sono i rischi specifici falegnameria I rischi specifici falegnameria sono quei rischi propri del contesto in cui viene svolta l'attività e, come già detto, devono essere indicati nel DVR redatto dal datore di lavoro. Fra i principali rischi sul lavoro falegnameria individuati vi sono: Rischio biologico falegnameria Le fonti di rischio biologico nel lavoro di falegnameria riguardano polvere, aerosol, materie prime (legno), mentre i punti critici sono il taglio, la piallatura del legno e la pulizia. Le vie di esposizione sono relative all’inalazione di aerosol e polveri organiche e al contatto diretto con superfici e attrezzature contaminate. Gli effetti possono causare allergie su cute e mucose oculari e nelle vie respiratorie, micotossicosi, infezioni sistemiche, sindrome da inalazione di polveri organiche tossiche, spore fungine. Rischio chimico falegnameria Il rischio chimico è un altro dei rischi principali presenti nelle falegnamerie artigiane. L’esposizione a sostanze chimiche deriva da diversi fattori, come il tipo di legno utilizzato, stucco per legno, colla, acetone e vernici. Queste ultime sono molto pericolose e possono rappresentare un serio rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori, soprattutto se hanno caratteristiche tossicologiche elevate e si viene a stretto contatto con esse. L’inalazione delle sostanze tossiche può dare origine a serie patologie e può provocare l’insorgenza di tumori, come le neoplasie dei seni paranasali, ma anche altre patologie non tumorali come asma bronchiale, bronchiti croniche, allergie della pelle e dell’apparato respiratorio. Rischio esplosione falegnameria Il rischio incendio falegnameria è un altro dei rischi specifici di questa attività, che viene svolta tramite una serie di macchinari che lavorano il legno e operazioni, come il taglio, la foratura, la piallatura, la fresatura e la tornitura. Tutte queste operazioni producono trucioli e polveri leggere, che in genere vengono trasportate dall’aria e possono formare nubi, ma se si depositano al suolo formano strati di polveri. Vista la produzione di trucioli, segatura e polvere di legno nel corso delle fasi di lavorazione è obbligatoria la valutazione di un eventuale rischio esplosione. Di conseguenza, per ridurre il pericolo di incendio nell’ambiente, le macchine di lavorazione devono essere dotate di sistemi di aspirazione dell’aria. Rischio rumore falegnameria Il rischio rumore in falegnameria è molto frequente, poiché i macchinari utilizzati per la lavorazione del legno raggiungono elevati livelli sonori. Bisogna anche sottolineare che, a seconda del tipo di legno, del suo spessore e delle sue caratteristiche strutturali, si possono raggiungere livelli sonori elevatissimi. Sono ritenute particolarmente rumorose le seghe circolari, le macchine che lavorano il legno per asportazione di truciolo tramite utensili, dischi o coltelli ruotanti ad alta velocità. Rischio vibrazioni falegnameria I rischi derivanti dalle vibrazioni meccaniche incidono sulla sicurezza e sulla salute dei lavoratori. Per prevenire gli infortuni derivanti dai rischi delle vibrazioni meccaniche il datore di lavoro deve effettuare una valutazione che attesti il livello, il tipo e la durata dell’esposizione alle vibrazioni e gli effetti che possono produrre. Nel caso non rientrino nei valori di azione, il datore di lavoro deve fornire attrezzature di lavoro che assicurino il minor livello possibile di vibrazioni, e siano in grado di ridurre i rischi di lesioni e infortuni.
Dvr impresa edile: rischi lavorativi specifici
Il DVR impresa edile è un documento obbligatorio per le imprese edili che hanno almeno un dipendente a carico. Il documento di valutazione dei rischi in edilizia è un prospetto che viene redatto dal Datore di lavoro, con la collaborazione di personale specializzato, entro novanta giorni dalla data di inizio lavori. Il documento può essere redatto in formato cartaceo o digitale. Vediamo nel dettaglio cosa deve contenere e quali sono i rischi lavorativi specifici nell’impresa edile. Cosa deve contenere il DVR edilizia Il DVR edilizia deve contenere i dati riguardanti l’impresa edile, la firma delle figure professionali che hanno contribuito a redigerlo e la data in cui è stato realizzato. Nel dettaglio, ecco cosa deve contenere il DVR impresa edile: La relazione sulla valutazione dei rischi complessivi per la sicurezza e la salute nello svolgimento dell’attività lavorativa e i criteri adottati per individuarli. Indicazione delle misure di prevenzione e tutela messe in atto in base all’esito della valutazione. Lista dei dispositivi di protezione individuali, indispensabili per svolgere le varie mansioni. Eventuali mansioni che espongono i dipendenti a rischi specifici, per cui è necessaria una formazione professionale adeguata. Elenco dei macchinari delle attrezzature e di eventuali sostanze pericolose utilizzate. Le multe per assenza o mancato completamento del DVR impresa edile vanno da 3.000 € a 15.000 €. In alcuni casi sono previsti anche fino a 8 mesi di pena detentiva, oltre che la trasformazione dei contratti aziendali in tempo indeterminato. Quali sono i rischi specifici principali in edilizia Come già detto, nel documento valutazione dei rischi impresa edile vengono indicati i rischi specifici a cui sono esposti i lavoratori. Fra i principali vi sono: Rischio biologico in edilizia Il rischio biologico in edilizia è causato soprattutto dalla presenza nel terriccio o di materiale sporco della Spora Tetanica. Quest’ultima, se penetra nell'organismo, può causare il tetano, una malattia grave che può essere anche letale. La vaccinazione per i lavoratori edili è obbligatoria, come prevede la legge 292/63. Sono fattori di rischio biologico anche batteri e virus presenti nel terreno. Rischio vibrazioni in edilizia L’uso di attrezzature edili o mezzi vibranti espone i lavoratori a vibrazioni meccaniche, che possono avere effetti negativi sulla salute per via delle sollecitazioni provocate nelle varie parti del corpo. Spesso l’esposizione alle vibrazioni viene sottovalutata in quanto non genera lesioni immediate. Tuttavia, se l’esposizione alle vibrazioni si prolunga nel tempo causa disturbi e disagi notevoli nello svolgimento delle attività lavorative. Il rischio vibrazioni è diverso in base al mezzo che le genera, come per esempio l’uso prolungato di strumenti molto vibranti sollecitano il sistema mano-braccio causando disturbi circolatori, neurologici ed osteorticolari sugli arti superiori. Invece, l’uso di macchine per svolgere determinate mansioni espone i lavoratori a vibrazioni meccaniche, che sollecitano tutto il corpo e genera disturbi, come: ernie discali, lombalgie, lombosciatalgie, problemi digestivi e circolatori. Rischio rumore in edilizia La valutazione rischio rumore cantiere edile è trattata nel D.Lgs 81/08 all’interno dei rischi da agenti fisici, e prevede misure per tutelare la salute del lavoratore contro il rischio rumore. Il decreto prescrive alcune norme da rispettare e impone al datore di lavoro a fare delle misurazioni del rumore nell’ambiente di lavoro con un tecnico munito di fonometro. Nel Decreto sono indicati valori inferiori e superiori d’azione del rumore e quelli limiti di esposizione, che se superati determinano l’attivazione di misure di prevenzione e protezione mirate. Rischio chimico edilizia Il rischio chimico nel settore edile può essere molto pericoloso, sia per la salute e la sicurezza del lavoratore, sia per la protezione dell’ambiente. La formazione dei lavoratori sulla prevenzione dei rischi chimici riveste un ruolo fondamentale nella gestione del rischio chimico. Le sostanze pericolose sono solventi, cementi, fumi di saldatura, polveri inorganiche durante le fasi di scavo e molto altro. Queste sostanze possono essere liquide, solide, aerosol, aeriformi. Poiché si tratta di rischi elevati, nel settore dell’edilizia è richiesta la sorveglianza sanitaria obbligatoria dei lavoratori e sono previste visite periodiche programmate dal medico competente. Rischio elettrico edilizia In edilizia il rischio elettrico può essere generato tramite contatto diretto con elementi in tensione interni o esterni all'impianto di cantiere, perdite di energia, danni agli impianti elettrici che possono mettere a rischio la salute dei lavoratori. Spesso nei cantieri edili vengono assemblati impianti elettrici temporanei, per poter collegare le macchine e illuminare il cantiere di costruzione, per poi scollegarli alla fine del lavoro. Durante lo svolgimento delle attività, possono essere effettuate delle modifiche per soddisfare le esigenze dei vari servizi. È dunque fondamentale che, anche se temporaneo, un impianto elettrico preveda misure di controllo preventive, per garantire la sicurezza e la salute del lavoratore. Nel caso si tratti di un impianto già esistente, bisogna adottare nuovi metodi e dispositivi, che permettono un uso sicuro e adeguato dell’elettricità e riducono il livello di pericolo per le persone.
Valutazione rischio chimico: classificazione, gestione, dpi
Il D.lgs. 81/2008 (Testo unico per la sicurezza e la salute) nel Titolo IX in particolare il Capo I ("Protezione da agenti chimici") tratta la valutazione del rischio chimico impone al datore di lavoro l'obbligo di effettuare la valutazione del rischio chimico e la gestione all'interno della propria azienda. La valutazione e gestione del rischio chimico è fondamentale per prevenire rischi di infortuni ai lavoratori in azienda. Che cos'è il rischio chimico Iniziamo con la definizione di rischio chimico. Questo rischio si presenta quando all'interno di un'azienda si utilizzano agenti chimici, che possono risultare dannosi per la salute e la sicurezza dei lavoratori e come afferma inoltre l'art. 222 del Testo unico sulla sicurezza e la salute, per agente chimico si intende sia composti chimici da soli, sia nei loro miscugli. Il rischio chimico può essere suddiviso in tre grandi categorie, in base al tipo di pericolo costituito dalla sostanza chimica: pericolo diretto alla salute del lavoratore (regolato dal d.lgs 81/2008); pericolo di esplosione e di incendio; pericolo per l'ambiente. Per quanto riguarda la salute del lavoratore, la classificazione rischio chimico individua 4 classi di pericolo per gli agenti chimici: Rischio basso per la sicurezza ed irrilevante per la salute; Rischio basso per la sicurezza e non irrilevante per la salute; Rischio non basso per la sicurezza ed irrilevante per la salute; Rischio non basso per la sicurezza e non irrilevante per la salute. Per una veloce comprensione del rischio, vengono installati in azienda anche simboli di rischio chimico per identificare il tipo di rischio a cui si potrà andare incontro in presenza di una determinata sostanza chimiche, per esempio: rischio di esplosione, gas infiammabile, gas tossico, liquidi infiammabili, veleno, materiale radioattivo. Il documento di valutazione del rischio chimico Il dvr rischio chimico, cioè valutazione rischio chimico è un documento che deve essere redatto entro 90 giorni dall’inizio dell'attività lavorativa, il D.lgs 81 del 2008 prevede una serie di sanzioni (sia amministrative che penali) in caso di violazioni relative alla mancata redazione e in caso di non attuazione. Ora andiamo a vedere chi effettua la valutazione del rischio chimico. La valutazione del rischio chimico è un obbligo del datore di lavoro, si tratta di una valutazione che poi farà parte integrante del dvr sul rischio chimico aziendale. Per effettuare questa valutazione, bisogna fare il censimento di tutte le sostanze chimiche utilizzate nel ciclo di lavoroe controllare la loro classificazione, etichettatura e le informazioni riportate nelle schede dati della sicurezza. La valutazione rischio chimico viene fatta principalmente tramite sistemi di valutazione che si basano su algoritmi di tipo matematico e grafico. Vista la complessità della materia, il datore di lavoro per la valutazione può ricorrere a società specializzate e autorizzate ad effettuare una valutazione e una check list rischio chimico. Il documento della valutazione del rischio aziendale si compone di varie parti oltre alla vera e propria valutazione di rischio. Innanzitutto, deve contenere i dati aziendali, e i dati del datore di lavoro, del medico competente e del RSPP (responsabile del servizio protezione e prevenzione). Successivamente, deve contenere la descrizione del tipo di lavorazione effettuata dall'azienda e la descrizione della mansioni dei lavoratori dell'azienda. Parte fondamentale del documento è l'individuazione delle misure di protezioni e prevenzione rischi, che è la parte di gestione aziendale del rischio chimico. La parte finale del documento riporta la programmazione che l'azienda intende adottare per il miglioramento del livello di protezione sul luogo del lavoro, per evitare futuri infortuni ai lavoratori. I dispositivi individuali di protezione da rischio chimico Dopo aver visto cosa si intende per rischio chimico e per rischio chimico per la sicurezza, andiamo a vedere le misure adottate per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori. Tra le prime e fondamentali misure di sicurezza e protezione ci sono i dpi rischio chimico. La legge stabilisce che il datore di lavoro è obbligato a fornire ai propri dipendenti i DPI (dispositivi di sicurezza individuale) che sono attrezzature adatte a limitare i rischi al lavoratore e adatte ed evitare eventuali infortuni. I dpi in ambito rischio chimico devono essere adatti per proteggere le mani, le vie respiratorie, gli occhi e il viso del lavoratore ed in generale tutto il corpo, se si lavora a contatto con agenti chimici altamente infiammabili o con sostanze altamente esplosive. Per la protezione degli occhi, si utilizzano occhiali a tenuta mentre per il viso si utilizzano la visiere e schermi che proteggono il viso da eventuali schizzi di sostanze tossiche pericolose. Per le vie respiratorie esistono diversi dpi, dalla semplice mascherine ad attrezzature di ambienti professionali quando si lavora con agenti particolarmente tossici e pericolosi. Per le mani si usano guanti specifici per evitare ti toccare agenti chimici irritanti e tossici, mentre per il corpo esistono particolari tute che difendono il lavoratore da eventuali schizzi di agenti chimici oppure dal rischio di fiamme.
Dvr imbianchino: rischi lavorativi specifici
Il Testo Unico sulla sicurezza Lavoro, d.Lsg. 81/2008 ha istituito, attraverso gli articoli 18 e 28, il Documento valutazione dei rischi (DVR) tra cui c'è anche il dvr imbianchino. Questo documento rientra nella categoria della sicurezza del lavoro e si occupa del profilo di rischio dell'imbianchino in azienda, che si occupa di imbiancatura, tinteggiatura e verniciatura svolgendo la figura di dipendente. È importante sottolineare che questo documento non va redatto per le imprese senza dipendenti, come ad esempio per i lavoratori autonomi. Oltre ai rischi dell'attività lavorativa il dvr prevede anche l'attuazione di strategie di prevenzione, atte a salvaguardare la salute e la sicurezza dei dipendenti. Il contenuto del dvr imbianchino Andiamo a vedere cosa deve contenere il dvr imbianchini. Questo documento deve essere redatto dal datore di lavoro entro 90 giorni dall’inizio dell'attività lavorativa, il D.lgs 81 del 2008 prevede una serie di sanzioni (sia amministrative, sia penali) in caso di violazioni relative alla mancata redazione. Innanzitutto, nel piano di valutazione dei rischi per imbianchino, deve esserci la descrizione esatta dell'impresa, cioè il tipo di lavorazione che effettua, il nome del datore di lavoro, la sede legale e in caso di grandi aziende anche i nomi degli eventuali responsabili della sicurezza e del medico competente. Altra componente fondamentale del dvr imbianchino è la descrizione del ciclo lavorativo e delle mansioni affidate ai singoli dipendenti dell'impresa. La terza parte del documento è la vera e propria valutazione dei rischi da lavoro, poiché questa parte identifica i vari rischi a cui va incontro un imbianchino. La quarta parte del documento parte dai rischi a cui sono soggetti gli imbianchini, individua le misure e le protezioni di prevenzione rischi e quindi troviamo l'elaborazione di piano operativo sicurezza imbianchino. L'ultima parte del documento di valutazione rischi riporta la programmazione che l'impresa adotta per il miglioramento del livello di protezione sul luogo del lavoro, per evitare futuri infortuni ai lavoratori. La compilazione del documento deve essere semplice, breve e comprensibile, in modo che sia facilmente consultabile e renda chiara e semplice l'attuazione di tutte le misure di prevenzione e protezione dei lavoratori. I dispositivi individuali di sicurezza per l'imbianchino Tra le misure di sicurezza e prevenzione rientrano anche i dpi imbianchino. La sicurezza sul lavoro costituisce un aspetto essenziale per ogni azienda ed è regolata dal Decreto Legislativo 626 e dal D. Lgs. n. 81 del 2008. La legge in questo caso stabilisce, tra le altre cose, che il datore di lavoro è obbligato a fornire ai propri dipendenti i DPI (dispositivi di sicurezza individuale) che sono attrezzature adatte a limitare i rischi sul lavoro ed evitare eventuali infortuni. Innanzitutto, un imbianchino dovrà indossare il casco di protezione per evitare traumi da caduta oggetti, questo è essenziale se l'imbianchino lavora in un cantiere. Poi dovrà indossare occhiali protettivi lavorando, poiché a contatto con sostanze chimichee di conseguenza, bisogna proteggere gli occhi del lavoratore. Inoltre, lavorando con queste sostanze chimiche deve anche indossare dpi che proteggano il sistema respiratorio come per esempio le mascherine. La protezione occhi e vie respiratorie è essenziale per prevenire il rischio chimico imbianchino Tra i dpi indispensabili rientrano anche le scarpe antinfortunistiche. Questa tipologia di calzatura è fondamentale per la sicurezza del piede. Queste scarpe sono dotate di suola antiscivolo, imperforabile e antistatica e presentano una puntale di sicurezza per proteggere il piede da urti e schiacciamenti. Nel dvr per imbianchino, c'è anche la valutazione rischio rumore imbianchino. Per prevenire infortuni di questo genere, vengono impiegate le cuffie da lavoro per proteggere l'apparato uditivo del lavoratore. Altri dpi indicati nel dpr sono: guanti da lavoro e i dispositivi anticaduta dall'alto quando si lavora su impalcature.
Cos’è il dvr sicurezza: info sul documento di valutazione dei rischi
Che cos’è il DVR sicurezza? Perché si parla tanto di questo documento e a cosa serve? Questo documento, divenuto già da diversi anni obbligatorio in determinati luoghi di lavoro, è stato introdotto per tutelare i lavoratori da eventuali rischi che possono causare loro danni durante lo svolgimento delle mansioni. Scopriamo tutte le info utili sul documento di valutazione rischi, chi deve custodirlo e dove, chi lo redige e chi deve firmarlo. Cos'è il DVR sicurezza Il DVR sicurezza sul lavoro è il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), lo devono redigere le imprese, che lo devono custodire e mostrare in caso di ispezione agli organi di controllo. Nello specifico, si tratta di un prospetto contenente i rischi presenti in azienda, e le misure di prevenzione per garantire la salute e la sicurezza ai lavoratori sul luogo di lavoro. Il documento è obbligatorio per tutte le aziende che hanno almeno un dipendente a carico e va redatto entro 90 giorni per una nuova attività, oppure nell’immediato quando un lavoratore viene messo a carico in un’impresa già avviata. Il DVR ha come norma di riferimento per la prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro il "Testo unico sulla sicurezza sul lavoro" disciplinato dal d.Lgs. 81/2008, che prevede sanzioni ingenti per coloro che non rispettano questo obbligo. Sono esenti dall’obbligo del DVR le imprese familiari e i lavoratori autonomi, che sono invece disciplinati dalla normativa dell’art. 2222 del Codice Civile. Il DVR non ha scadenza, ma va rivisto quando in azienda vengono effettuate modifiche riguardanti l’organizzazione del lavoro, il processo produttivo, vengono installati nuovi macchinari e ci sono nuove mansioni da svolgere. Il DVR dove deve essere custodito Dopo essere stato redatto, il DVR deve essere custodito in originale presso l’azienda alla quale si riferisce la valutazione dei rischi e va conservato, come previsto, dalle prescrizioni contenute nel TU 81/08, ovvero come segue: Su supporto cartaceo Su supporto informatico Se invece si tratta di un'azienda con più unita produttive, bisognerà redigere un DVR per ciascuna di esse e ogni DVR dovrà essere conservato presso l'unità produttiva per cui è stato redatto. Chi redige il DVR? A chi spetta redigere il DVR documento valutazione rischi? La normativa vigente stabilisce che a redigere il DVR deve essere il datore di lavoro, dopo che ha provveduto ad effettuare una valutazione opportuna di tutti i rischi presenti nel luogo di lavoro. Il datore di lavoro deve fare le valutazioni di rischio in collaborazione con: L’RSPP, ovvero il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, che effettua la valutazione dei rischi insieme al datore di lavoro e contribuisce alla pianificazione delle misure di protezione e prevenzione; L’RLS, ovvero il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza se previsto, che viene consultato dal datore di lavoro sul contenuto della valutazione dei rischi e deve riceverne una copia per visionarla; Il medico competente, che aiuta nella valutazione dei rischi specifici relativamente alla salute dei lavoratori e predispone il protocollo di sorveglianza sanitaria; Può capitare che il datore di lavoro si avvale dell’esperienza di un tecnico incaricato di un'azienda specializzata in Sicurezza sul Lavoro per compilare il modello DVR secondo le direttive del Ministero del Lavoro. Per eseguire le varie operazioni in tempi rapidi e ridurre i costi, sono in tanti i datori di lavoro che si affidano ad aziende ed enti di formazione specializzati nel redigere online il DVR. E chi firma il DVR? E’ quella del datore di lavoro la firma più importante nel DVR, ma sono necessarie anche le firme del RSPP, del MC e del RLS per attestare che le varie figure hanno collaborato nella redazione del documento. Cosa deve contenere il documento di valutazione dei rischi DVR? Il Documento di Valutazione dei Rischi deve contenere: Tutti i dati dell’azienda Una relazione riguardanti i potenziali rischi per la sicurezza e la salute presenti sul luogo di lavoro, indicando come sono stati individuati; La descrizione delle misure di prevenzione e protezione mirate a ridurre o eliminare i rischi individuati; Le procedure mirate a mettere in atto le misure di prevenzione, indicando quali figure devono occuparsene; Identificazione delle mansioni da cui possono derivare eventuali rischi; Specifica valutazione riguardante i rischi per eventuali lavoratrici in stato interessante; Programma degli interventi migliorativi necessari per aumentare i livelli di sicurezza; Data in cui la valutazione e la redazione del documento sono state effettuate. Cosa succede se non rispetta l’obbligo del DVR Bisogna sottolineare che se il datore di lavoro non provvede a redigere il Documento di Valutazione dei Rischi, risulterà incompleto e quindi soggetto a sanzioni pesanti come: Multa da 3.000 € minimo fino ad un massimo di 15.000 €, oltre che fino a 8 mesi di pena detentiva; Sospensione dell'attività imprenditoriale in caso non sia presente il DVR e non sia nominato stato l'RSPP; Variazione dei contratti subordinati aziendali , da tempo determinato, intermittente o somministrato a tempo indeterminato.