Lavorare al caldo: i rischi per la salute e le misure da adottare

Negli ultimi anni, e in particolare nelle ultime settimane, le temperature estreme hanno raggiunto livelli preoccupanti in molte regioni d’Italia, mettendo a dura prova chi deve lavorare al caldo, all’aperto o in ambienti non climatizzati.

Le ondate di calore non sono più un’eccezione, ma una realtà sempre più frequente a causa dei cambiamenti climatici. In questo contesto, il tema della sicurezza sul lavoro durante i periodi di caldo intenso diventa centrale.

Lavorare al caldo comporta rischi concreti per la salute e la produttività dei lavoratori, ed è fondamentale conoscere le misure di prevenzione da adottare per ridurre al minimo i pericoli.

Lavori al caldo: principali rischi per la salute

Il corpo umano è progettato per mantenere una temperatura interna costante intorno ai 36,5-37°C. Quando l’ambiente esterno è molto caldo, soprattutto in presenza di umidità elevata, la capacità del corpo di dissipare il calore attraverso la sudorazione può essere compromessa, portando a un sovraccarico termico.

Tra i principali rischi per la salute legati al lavoro in ambienti caldi troviamo:

1. Colpo di calore

È la forma più grave di stress termico. Si verifica quando il corpo non riesce più a raffreddarsi, con un rapido aumento della temperatura corporea (anche oltre i 40°C). Può causare disorientamento, perdita di coscienza, danni agli organi e, nei casi più gravi, può essere letale.

2. Disidratazione

La perdita eccessiva di liquidi e sali minerali attraverso la sudorazione può causare affaticamento, cali di pressione, crampi muscolari, confusione mentale e difficoltà nella concentrazione.

3. Crampi da calore

Si manifestano soprattutto dopo attività fisica intensa in ambienti caldi, e sono dovuti alla perdita di sodio attraverso il sudore. Colpiscono in particolare i muscoli delle braccia, gambe e addome.

4. Esaurimento da calore

È meno grave del colpo di calore, ma può evolvere se non trattato. I sintomi includono nausea, vertigini, sudorazione profusa, mal di testa e pelle fredda e umida.

5. Eruzioni cutanee e scottature

Soprattutto per chi lavora sotto il sole, l’esposizione prolungata può causare irritazioni cutanee, ustioni solari e aumentare il rischio di patologie dermatologiche.

Le categorie di lavoratori più esposte

Non tutti i lavori comportano lo stesso livello di rischio quando fa molto caldo. Le categorie più esposte includono:

  • Operai edili e manovali

  • Agricoltori e lavoratori nei campi

  • Giardinieri e operatori del verde

  • Addetti alla manutenzione stradale

  • Trasportatori e camionisti

  • Operai in fabbriche o magazzini non climatizzati

  • Addetti alla raccolta rifiuti

In tutti questi casi, la combinazione di attività fisica intensa, esposizione al sole e temperature elevate rappresenta un pericolo concreto.

Lavorare al caldo: normativa e responsabilità

Il D.Lgs. 81/08 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro) impone al datore di lavoro l’obbligo di valutare i rischi legati al microclima e di adottare misure preventive adeguate.

Inoltre, l’INAIL e l’INPS hanno pubblicato linee guida specifiche sui rischi derivanti dallo stress termico e sulle possibili tutele in caso di sospensione dell’attività lavorativa per caldo eccessivo.

Misure di prevenzione e buone pratiche

Per proteggere i lavoratori dai rischi legati al caldo, è fondamentale adottare una serie di misure pratiche:

1. Idratazione costante

Bere acqua frequentemente, anche in assenza di sete. In alcuni casi, può essere utile assumere integratori salini. È importante evitare bevande alcoliche, zuccherate o contenenti caffeina.

2. Pianificazione delle attività

È consigliabile organizzare le mansioni più faticose nelle ore meno calde della giornata (mattina presto o tardo pomeriggio) ed evitare di lavorare nelle ore centrali (dalle 11 alle 16).

3. Pause frequenti in zone ombreggiate o climatizzate

Le pause regolari sono essenziali per permettere al corpo di raffreddarsi. Se possibile, creare aree di ristoro con ventilazione o aria condizionata.

4. Abbigliamento adeguato

Indossare abbigliamento da lavoro leggero, traspirante e di colore chiaro, preferibilmente realizzato in tessuti tecnici che favoriscono la traspirazione e la dispersione del calore. L’uso di cappelli con visiera, occhiali da sole e creme solari è altrettanto importante per chi lavora all’aperto.

5. Dispositivi di protezione individuale specifici

Oltre ai classici DPI, esistono gilet refrigeranti, bandane raffrescanti, caschi ventilati e guanti traspiranti progettati per migliorare il comfort in condizioni di caldo intenso.

6. Formazione e sensibilizzazione

I lavoratori devono essere informati sui rischi del caldo, sui sintomi da monitorare e sulle azioni da intraprendere in caso di malessere. Anche la formazione dei preposti e dei responsabili della sicurezza è fondamentale per intervenire tempestivamente.

Tecnologie a supporto

Oggi sono disponibili anche sistemi di monitoraggio ambientale in grado di rilevare in tempo reale temperatura, umidità e indice di calore nei luoghi di lavoro, permettendo di adottare misure correttive immediate. Alcuni dispositivi indossabili monitorano i parametri vitali del lavoratore e inviano allarmi in caso di segnali di allarme.

Lavorare al caldo con i prodotti giusti

Lavorare al caldo non è una sfida da sottovalutare. La salute dei lavoratori deve essere una priorità assoluta, soprattutto in un contesto climatico sempre più instabile. Prevenire i rischi legati alle alte temperature non solo tutela il benessere delle persone, ma migliora anche la produttività, riduce gli infortuni e contribuisce a creare un ambiente di lavoro più sicuro.

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